L’ambiente e la vita

Conosciamo l’intera superficie di Marte con una risoluzione di 100 metri, il che significa che qualunque particolare che abbia questa dimensione può essere analizzato. La risoluzione per i nostri mari è di 5 chilometri. Il paradosso è evidente.
Ci sono montagne, valli, canali, vulcani, praterie, sommersi, di cui ben poco o nulla sappiamo. Poi ci sono gli esseri viventi, quelli che conosciamo, relativamente, di più perché abitano le aree più superficiali delle acque.
Più in profondità c’è vita largamente ignota. Il problema: sono già tante le attività industriali e commerciali che si svolgono nell’Idrosfera, ma i progetti per i prossimi decenni sono ben più consistenti. Il grande rischio è intervenire pesantemente su un mondo che ben poco conosciamo.

marefuturo waves decorative pattern

Baia, un sito romano in fondo al mare

Oggi, un team di archeologi e ingegneri sta sviluppando tecnologie sorprendenti per proteggere il sito sottomarino per le generazioni future. Tra loro, Chiara Petrioli, del nodo ISME di Roma La Sapienza, che con il progetto Musas studia la messa a punto di una rete wireless di sensori subacquei per supportare gli archeologi nella preservazione del sito.   Articolo di Amanda Ruggeri apparso su http://www.bbc.com/travel/story/20200713-baiae-a-roman-settlement-at-the-bottom-of-the-sea Traduzione a cura della redazione di marefuturo.it […]

Leggi di più…

marefuturo waves decorative pattern

Siamo arrivati a mappare un quinto del fondale oceanico

Ad annunciarlo in occasione delle giornata mondiale dell’idrografia la Nippon Foundation of Japan e la  General Bathymetric Chart of the Oceans (GEBCO) nell’ambito del progetto Seabed 2030, che punta a mappare la totalità dei fondali oceanici entro il 2030. Un ruolo chiave in questo verrà giocato dalle nuove tecnologie. Giovanni Indiveri, del nodo ISME dell’Università di Genova ci racconta cosa i moderni robot autonomi possono fare per ampliare la nostra conoscenza del Pianeta Mare. […]

Leggi di più…

marefuturo waves decorative pattern

#marefuturo puntata 19. acqua dolce, potabile e depurata

L’acqua interna, non marina dunque, quella dei fiumi, dei laghi e delle falde, va protetta, gestita e studiata. E’ il compito di CAP Holding, un ente che controlla le attività di depurazione delle acque reflue in 140 Comuni lombardi e che sviluppa ricerche di frontiera per individuare nuove risorse estraibili dalla depurazione. Con Desdemona Oliva, direttrice di ricerca e sviluppo, parliamo della sorprendente – è il caso di dirlo – quantità di materiali pregiati che si possono estrarre dalle acque reflue. Ma con lei parliamo anche di un tema singolare: l’età dell’acqua. Ma l’acqua invecchia? E possiamo stabilire quanti anni […]

Leggi di più…

marefuturo waves decorative pattern

Antartide, un laboratorio per studiare i cambiamenti climatici.

Dopo il fallimento, per l’ottava volta di fila, del tentativo guidato da Australia, Francia e Unione Europea di dichiarare un parco marino protetto di un milione di chilometri quadrati a est dell’Antartide, Andrea Caiti di ISME spiega perché l’Antartide riveste un’importanza fondamentale per lo studio della biodiversità e dei cambiamenti climatici, e con quali tecnologie è possibile monitorare parametri ambientali ed ecosistemi.   […]

Leggi di più…

marefuturo waves decorative pattern

#marefuturo puntata 17. il riscaldamento degli oceani

  Sui cambiamenti climatici in questo periodo si è scritto e detto di tutto. Molte sono le informazioni scorrette che circolano. La comunità scientifica ha una visione abbastanza precisa e supportata da dati storici e rigorosi. In questa puntata di marefuturo si fa il punto con Andrea Merlone dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica e delegato della commissione mondiale di climatologia alle Nazioni Unite. […]

Leggi di più…

marefuturo waves decorative pattern

#marefuturo puntata 16. pesci robot…educativi

Hanno le pinne, ma non hanno le branchie. Già, perché sono pesci robot e non hanno bisogno di respirare. Si muovono sinuosamente nell’acqua e assomigliano in tutto e per tutto a un pesce in carne e lisca. A cosa servono? Hanno un valore scientifico perché vengono utilizzati per ricerche sullo stato dei mari e dei fondali. Ma hanno anche un valore educativo, in quanto vengono utilizzati come strumenti didattici dagli insegnati delle scuole primarie e secondarie. Da qualche anno, infatti, si sta diffondendo una nuova disciplina: la robotica educativa. Ci racconta tutto David Scaradozzi, ricercatore di robotica, del nodo ISME […]

Leggi di più…