L’acqua interna, non marina dunque, quella dei fiumi, dei laghi e delle falde, va protetta, gestita e studiata.
E’ il compito di CAP Holding, un ente che controlla le attività di depurazione delle acque reflue in 140 Comuni lombardi e che sviluppa ricerche di frontiera per individuare nuove risorse estraibili dalla depurazione.
Con Desdemona Oliva, direttrice di ricerca e sviluppo, parliamo della sorprendente – è il caso di dirlo – quantità di materiali pregiati che si possono estrarre dalle acque reflue. Ma con lei parliamo anche di un tema singolare: l’età dell’acqua. Ma l’acqua invecchia? E possiamo stabilire quanti anni ha un deposito in falda? E perché rispondere a queste domande ha una grande importanza.
E’ possibile stimare l’eta dell’acqua al momento dell’accumulo, valutando il decadimento degli isotopi che la compongono. Ogni isotopo radioattivo impiega un certo tempo per decadere; a partire da questa informazione è possibile risalire all’età dell’acqua che lo contiene. Gli isotopi radioattivi utilizzati per questa analisi sono, ad esempio, il trizio o contaminanti dell’acqua come il carbonio 14 e il krypton 81. La presenza di trizio indica che l’acqua che si trova nell’acquifero ha meno di cento anni: si tratta dunque di un’acqua “giovane”.
in Canada stata scoperta acqua vecchia di oltre un miliardo e mezzo di anni (solo che l’acqua non scade!)
National Geographic: acqua di un miliardo e mezzo di anni
Un’altra importante applicazione dell’idrologia isotopica consiste nel tracciare il movimento dell’acqua dolce attraverso il ciclo idrologico, ricavare il tempo necessario per la ricarica degli acquiferi e valutarne la contaminazione, in modo da poter gestire responsabilmente una risorsa indispensabile per la vita
Ogni goccia d’acqua che cade dal cielo, od ogni bicchiere d’acqua che beviamo sono parte del Ciclo dell’Acqua.
Accanto al ciclo naturale dell’acqua, il ciclo integrato garantisce di poter disporre di acqua sicura e controllata, distribuita nelle case in modo efficiente e re-immessa nell’ambiente dopo l’utilizzo senza sostanze inquinanti.
Si tratta di un insieme di operazioni che partono dalla captazione della risorsa, la rendono potabile e disponibile agli utilizzatori, fino a convogliarla e depurarla una volta utilizzata.
Dalla depurazione è possibile recuperare sostanze residue come biometano, calore, nutrienti quali fosforo e azoto, compost, bioplastiche e fertilizzanti naturali.
