BBC: il settore dell’ingegneria subacquea ‘darà impiego ad almeno 9,000 persone’

La BBC riporta una rinnovata crescita nel settore delle tecnologie subacquee, dopo un periodo di stallo. Giovanni Indiveri, del nodo ISME dell’Università Genova, spiega quali sono i settori principali di applicazione


Secondo un nuovo rapporto di Subsea UK, il settore dell’ingegneria subacquea del Regno Unito assumerà quasi 9000 persone nei prossimi tre anni. 

E’ quanto riporta la BBC, secondo la quale l’ente industriale ha dichiarato che quasi l’80% delle aziende prevede una ripresa delle assunzioni.

 

 

L’organizzazione, riporta l’articolo, ha affermato che l’occupazione potrebbe aumentare di 8.928 da oltre 45.000 a oltre 54.000 entro il 2022. La maggior parte delle migliaia di posti di lavoro previsti dovrebbero essere nel nord-est della Scozia.

 

“Le applicazioni dei robot subacquei sono molte e in rapida crescita- commenta Giovanni Indiveri, del nodo ISME dell’Università di Genova – in particolare nel settore dell’indagine geotecnica dei fondali e per la manutenzione di impianti subacquei. Gas e petrolio stanno scarseggiando sulla terraferma, da qui l’esigenza di prevedere fonti di energia alternativa, come quelle rinnovabili, ma anche di cercarli sempre più in profondità nei fondali.”

 

L’amministratore delegato di Subsea UK Neil Gordon ha infatti dichiarato che le PMI sottomarine (piccole e medie imprese) sono in aumento, specialmente nel settore delle energie rinnovabili, in particolare l’eolico offshore.

 

“Specialmente nel mare del nord – prosegue Indiveri – le tecnologie subacquee sono usate per studiare le caratteristiche dei fondali per poter impiantare pale eoliche in mare. Rispetto a quelle sulla terra, le pale eoliche marine sono molto più grandi, alte parecchie decine di metri, e quindi con una base, che poggia sul fondale, altrettanto imponente. E’ fondamentale di conseguenza capire come è fatto il fondale prima di iniziare i lavori per questi impianti. Le tecnologie usate per l’esplorazione sono acustiche, perché nel mare i segnali ottici non riescono a viaggiare bene.

 

“Come nel caso del progetto WiMUST (http://www.wimust.eu/), coordinato da ISME, Veicoli Sabqcauei Autonomi possono essere usati per esplorare le caratteristiche del fondale: tramite idrofoni installati a bordo o trascinando intere cortine di idrofoni, sono in grado di captare il rimbalzo di un segnale acustico lanciato verso il fondale da una potente sorgente che trasmette da una nave madre. In base alle caratteristiche del segnale acustico acquisito è possibile fare una sorta di “ecografia” degli strati ti terreno sotto il fondale.

 

Robot subacquei intelligenti per studiare i fondali

 

“I robot autonomi posso essere dotati di streamer, una fila di idrofoni, oppure avere un solo idrofono a bordo, cosa che può consentire loro di cambiare più facilmente configurazione e scendere più vicino al fondale per captare il suono di rimbalzo”.

 

uttavia, petrolio e gas sono ancora le fonti principali per la produzione di energia. Il fatto che comincino a scarseggiare sulla terra sta spingendo le grandi imprese Oli & Gas a cercarle sul fondo del mare, spesso anche a profondità importanti, come 2000 metri o più.

 

“Nelle acque del Golfo del Messico e del Sudamerica sono stati costruiti impianti posti a profondità fino a qualche anno fa impensabili – conclude Indiveri – Manutenzione e la riparazione devono essere svolte da robot, perché sarebbe troppo pericoloso per gli operatori umani lavorare in ambienti di questo tipo. In questo caso possono essere usati i ROV (Remoted Operated Vehicles), robot teleguidati dalla terraferma, come quelli sviluppati nel progetto DexRov.

 

Per operare sotto il mare ci guida lo spazio

 

Le proiezioni di crescita fornite sia dalle società di primo livello che dalle PMI, conclude l’articolo della BBC, rivelano un ottimismo molto maggiore, dovuto sia alla ripresa del petrolio e del gas sia alle opportunità offerte dalla transizione energetica. Il rapporto descrive il valore totale della produzione sottomarina del Regno Unito come aumentato a £ 7,8 miliardi all’anno.

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