Si chiama EUMR (EU Marine Robots), ed è una rete che connette le infrastrutture di ricerca sulla robotica marina di dieci paesi europei, per formare una grande piattaforma ad uso di ricercatori, scienziati e imprese.
La robotica va assumendo un ruolo sempre più di primo piano in tutti i contesti, incluso quello dell’esplorazione e del lavoro in mari e oceani. L’Europa è leader in molti aspetti del settore marittimo, ma manca di infrastrutture integrate e coordinate per la robotica marina.
Il progetto EUMarineRobots (EUMR) si propone di creare un’unica infrastruttura europea integrata per la robotica subacquea e di superficie, che metta in rete laboratori e tecnologie di quindici centri di ricerca in dieci paesi europei.
“L’idea – commenta Gianluca Antonelli, del nodo ISME dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale – è quella di formare un unico, grande open lab, in cui ciascun partner mette a disposizione i propri dispositivi subacquei e i propri laboratori ad altri ricercatori del mondo accademico e industriale, che presentano un progetto di ricerca.
Questo garantisce, oltre alla possibilità per i ricercatori di progettare esperimenti su larga scala, di formare una piattaforma unica per la ricerca in robotica subacquea, creando le basi per costruire una comunità scientifica europea coesa e integrata in questo settore, grazie agli scambi e le interazioni tra gruppi di ricercatori di paesi diversi”.
ISME fa parte della rete con tutti e nove i suoi nodi, per cui l’Italia stessa è un unico grande laboratorio di ricerca sulle tecnologie marine, decentrato da nord a sud nelle università che fanno parte della rete.
“Lo scorso anno per esempio – prosegue Antonelli – il robot FeelHippo, messo a disposizione dal nodo ISME dell’Università di Firenze, è stato usato in collaborazione con un gruppo di ricercatori tedeschi che l’avevano richiesto, per il loro progetto di cercare bolle di CO2 nel mare. “
“Tutto questo è stato reso possibile – conclude- dall’avere aperto i nostri laboratori a idee di altri gruppi di ricerca. Ma anche le imprese possono fare domanda per accedere al grande open lab europeo, per esempio per avere l’occasione di usufruire di attrezzature che non possiedono per testare un’idea”.
