Industria 4.0 sotto il mare

 

La nuova rivoluzione industriale arriva anche nel “pianeta acqua”. Automatizzare azioni di intervento e manutenzione in impianti subacquei è oggi possibile per singoli robot. Nel prossimo futuro gruppi di veicoli subacquei lavoreranno insieme, collaborando anche con l’uomo, proprio come succede sulla Terra.

 

Mentre per gli abitanti del pianeta Terra è in corso la quarta rivoluzione industriale , si studia un modo di applicare gli stessi principi del “4.0” anche nelle tecnologie marine. Robot singoli o cooperanti, in grado anche di interagire con gli esseri umani lavorando assieme a loro, saranno nel prossimo futuro componenti essenziali della Fabbrica del Futuro Subacquea, specie in compiti come trasporto e manutenzione.

 

Il nodo ISME di Ancona, per esempio, sta sperimentando questa particolare interazione uomo-robot sotto il mare per compiti come la manutenzione di gasdotti. Grazie ai robot, i sub posso evitare lavori pesanti e pericolosi, e limitarsi a dare ordini ai sottomarini tramite l’ipad.

 

L’interazione con l’essere umano deve però essere limitata ad operazioni svolte entro i 250 metri di profondità. Oltre, i robot devono avere un’intelligenza operativa, che li metta in grado di ricevere ordini dalla superficie, di interpretarli e di agire. Così, mentre il requisito fondamentale che la robotica collaborativa deve soddisfare nell’industria 4.0 “terrestre” è quello della sicurezza, in modo che uomini e robot possano lavorare fianco a fianco senza che questa interazione rappresenti un pericolo per l’operatore umano, i veicoli AUV che operano sotto il mare devono essere prima di tutto autonomi.

 

Il prossimo passo sarà rendere i robot subacquei in grado di lavorare in gruppo in modo coordinato. Ad alte profondità le comunicazioni sono difficili, rallentate e poco frequenti, e questo significa che comunicare agli altri sottomarini la propria posizione per coordinare il lavoro di squadra richiede la capacità di prendere decisioni basandosi su informazioni parziali, e adattandosi ai cambi di scenario che un ambiente così difficoltoso e ostile richiede.

 

ondina di fine articolo